L'intervista doppia, contrariamente a quanto si creda, non è stata un'invenzione delle Iene. Chi di noi, in effetti, non si è mai trovato perso nei propri pensieri, a confrontare la propria vita oggi con quella dello stesso periodo, uno, due o dieci anni prima? Una sorta di intervista doppia con i nostri ego passati l'abbiamo inventata tutti, dovrebbe essere rilasciata con licenza Creative Commons o, meglio, Le Iene dovrebbero versare una piccola quota per il copyright a ciascuno di noi.
In questi giorni, l'intervista doppia tra la Marghe di Balaka e quella di Washington DC si ripropone nella mia mente a più riprese.
Mentre cammino per andare in ufficio, alle 8 del mattino (prima differenza, perché a DC non importa tanto se entri presto, quanto piuttosto se tutti vedono che lavori fino a tardi), osservo le impronte sulla terra che copre la strada (differenza numero 2: niente asfalto) e noto che non solo nessuna porta il marchio Nine West, ma molte sono proprio orme di piede, segno che le calzature non rappresentano, come dire, un "must" per la moda locale (e 3).
Se poi un anno fa al mattino mi imbattevo al massimo in cagnolini di taglia infima, tutti impettiti e adornati da collarini scintillanti di ogni foggia e colore, oggi gli animali che camminano con me lungo la strada sono prevalentemente polli e caprette, che con quelle cornuzze appuntite immagino farebbero passare all'istante la boria dei menzionati cani da borsetta (differenza numero 4).
Sulla via per il lavoro, inoltre, a DC incrociavo qualcosa come 50 differenti esercizi commerciali (prevalentemente CVS, bar e ristoranti). Oggi ne incrocio uno all'andata e tre durante la pausa pranzo (la ragione di questa discrepanza è che ci sono delle signore che verso quell'ora si sistemano con dei teli per vendere alcuni pomodori). E stiamo a 5.
Gli animali fastidiosi dei quali doversi liberare nella capitale del mondo, erano in questo periodo i grilli (che come una non indifferente piaga d'Egitto avevano invaso la mia dimora nel nord-ovest della città) ed i funzionari di varie organizzazioni internazionali. Oggi, differenza numero 6, me la vedo con formiche di varia taglia, ragni e zanzare (alcune delle quali probabilmente anofeli). Picchi di esotismo in passato erano stati toccati in occasione dell'incontro ravvicinato col procione (avventatosi alla finestra di casa mia al terzo piano), mentre qui, come i più fedeli sapranno, ho rilanciato con ippopotami, coccodrilli e mosche tsè tsè. Numero 7.
Per la gioia di tutti, potremmo continuare di questo passo fino a notte inoltrata, perdendoci in comparazioni senza senso e confortati dal fatto che è evidente, dopotutto, che luoghi tanto diversi della Terra abbiano in comune poco o nulla.
Tuttavia, non ho potuto resistere ed ho messo insieme un simpatico specchietto a corredo dei pensieri che mi tartassano tra un' "auto-intervista doppia" e l'altra.
Ci sono, in effetti, differenze e differenze.
Ci sono quelle belle, da preservare, tutelare e difendere. Come le culture, gli idiomi, le tradizioni, le personalità di ciascuno di noi, i nostri gusti, le nostre preferenze.
Ci sono poi quelle per così dire neutre, ma che comunque contribuiscono a conferire un po'di brio al nostro quotidiano: i colori dei capelli, le forme del viso, le espressioni, le magliette e le sciarpe che indossiamo, il cibo che mangiamo.
Ci sono infine le differenze mannare, quelle che si appiccicano alle vite delle persone come parassiti affamati e sembrano impossibili da scalzare, a dispetto della quantità smisurata di vesti strappate negli ultimi 60 anni.
Quelle differenze al sapore di vita o di morte, che determinano ad esempio che, in caso di bisogno, uno statunitense abbia (almeno in teoria) a disposizione 140 volte il numero di medici ai quali può fare ricorso un malawiano.
Quelle differenze beffarde per cui nonostante l'HIV si contragga più o meno in egual misura di qua e di là, se vivi in USA hai il triplo delle possibilità di sopravvivenza di un Malawiano.
Quelle amare, per le quali il tasso di mortalità infantile in Malawi è 15 volte quello statunitense.
Quelle differenze, infine, quasi ridicole, per le quali sul Pianeta Terra ad oggi esistono almeno 178 individui che possono vantare un reddito maggiore o uguale di quello di uno paese che di persone ne ospita più di 16 milioni.
Paese
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USA
|
Malawi
|
Presidente
|
Barack
Obama, uomo, afroamericano
|
Joyce
Banda, donna, africana
|
Capitale
|
Washington
D.C.
|
Lilongwe
|
Il mio indirizzo
|
1200 N
Street NW, 20005, Washington DC
|
P.O.
Box 318, Balaka, Malawi
|
Piatto nazionale
|
Hamburger
|
‘nsima
|
Valuta
|
Dollaro
|
Kwacha
|
Cambio dollaro/valuta locale
|
1
|
0,0002
|
Popolazione
|
313.847.465
|
16.323.044
|
Internet country code
|
.us, .com, .edu, .gov, .mil, .net, and
.org
|
.mw
|
Utenti internet nel paese
|
245
milioni
|
716.400
|
Rete stradale nazionale
|
6.506.204 km, di cui 4.374.784 km asfaltati
|
Strade: 15.451 km, di cui 6.956 km asfaltati
|
Età mediana della popolazione
|
36,9
|
17,2
|
Linee telefoniche in uso nel paese
|
151
milioni
|
160.100
|
Numero di cellulari in uso nel paese
|
279
milioni
|
3,038
milioni
|
PIL
|
PIL: 15,04
trilioni di dollari
|
PIL:
5,7 miliardi di dollari
|
PIL per capita
|
$
48.100
|
$ 900
|
Composizione del PIL
Agricoltura
Industria
Servizi
|
1,2%
19,2%
79,6%
|
90%
10%
(industria e servizi)
|
Quota di PIL destinata a spese militari
|
4,06%
|
1,3%
|
Consumo di elettricità
|
3.741
miliardi di Kw/h
|
1,559 miliardi di kWh
|
Popolazione al di sotto della soglia di povertà
(reddito giornaliero inferiore a 1 dollaro al
giorno)
|
15.1%
|
53%
|
Gruppi etnici presenti nel paese
|
bianchi
(79.96%), neri (12.85%), asiatici (4,43%), indo-americani o nativi
dell'Alaska (0.97%), nativi delle Hawaii o di altre isole del pacifico
(0,18%), altri (1.61% )
|
Chewa
(32.6%), Lomwe (17.6%), Yao (13.5%), Ngoni (11.5%), Tumbuka (8.8%), Nyanja (5.8%),
Sena (3.6%), Tonga (2.1%), Ngonde (1%), altri (3.5%)
|
Decessi annui per HIV/AIDS
|
17.000
|
51.000
|
Numero di persone affette da HIV
|
1.2
milioni
|
920,000
|
Numero di medici ogni 1000 abitanti
|
2,672
|
0,019
|
Tasso di mortalità infantile
|
5.98
deaths/1,000 live births
|
79.02
deaths/1,000 live births
|
Aspettativa di vita alla nascita
|
78.5
anni
|
53 anni
|
Prima causa di morte nel paese
|
Malattie
cardiovascolari
|
AIDS
|